Un condottiero mongolo e la sua sposa incoronati con parrucche da supereroi manga. Un paio di pattini a rotelle su cui misurare la precarietà di un sogno di sovranità e potere che non sazia un’epica bulimia d’amore. Un’autoradio che sputa fuori canzoni di cartoni animati, un gramo pasto di pagine di fumetti, la carezza impossibile di un peluche, la provvista della spesa con i prodotti di marca dietro i quali ci trinceriamo. Amore come stupro, afasie anacronistiche, droga come farina con cui impastare i giorni e in cui lasciare la polverosa sagoma di una volatile, stentorea presenza. È la fotocopia sbiadita di un vecchio copione di cinema di genere quella che vivono Tamerlano e Zenocrate, personaggi ripensati dai drammaturghi e registi Stefano Ricci e Gianni Forte e fatti indossare ai due performer Andrea Pizzalis e Anna Terio, in wunderkammer soap #3_tamerlano di ricci/forte, che alle ore 22.00 di domenica 19 settembre chiuderà l’edizione 2010 dell’Eruzioni Festival di Ercolano (Na).
Lo spettacolo, parte del più ampio progetto a tappe wunderkammer soap, è una performance breve che ripensa e attualizza l'eroismo dei personaggi delle tragedie di Christopher Marlowe. Ogni performance è un "haiku esistenziale" che si infligge come punta di freccia nel cuore del pubblico, tra echi pop e senza le convenzionali mediazioni della quarta parete teatrale che tiene ben separate tra loro le regioni e le ragioni dello spettatore e dello spettacolo.
Ospitato all'estero in festival e teatri come La Managerie De Verre (Parigi), Lingering Whispers (Londra), Glow (Berlino), Act0ral (Marsiglia), Le Lieu Unique (Nantes), il progetto wunderkammer soap sceglie di riambientare i drammi elisabettiani in spazi non teatrali: spazi borghesi come bagno, cucina, garage, parcheggio, salotto e camera da letto, "acquari umani" in cui il pubblico si sente allo stesso tempo spiazzato e a casa.
«L’unica via possibile è la reiterata distruzione di certezze. Didone, Faust, Tamerlano, Edoardo II, Ero/Leandro, ovvero individui che hanno pagato a caro prezzo la loro libertà di uscire dal mucchio. Da qui parte il percorso “a tappe” di wunderkammer soap, frammenti inquieti di 25 minuti (esattamente gli stessi di una soap opera televisiva), feroci come haiku esistenziali, ispirati all’universo elisabettiano di Christopher Marlowe, da replicare in loop solo per pochi voyeurs. (...) Acquari umani, dove il cuore di tenebra, a nudo, degli interpreti fibrilla all’unisono con quello di chi guarda…perché, in fondo, è solo un incidente di percorso che stabilisce chi sia lo spettatore, chi il protagonista della tragedia». (ricci/forte)